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i Canti dell'Anima con Swami Nirvanananda

La serata del 14 novembre resterà nel cuore di tutti noi come uno dei momenti più intensi del nostro ritiro di yoga. Un incontro raro, profondamente umano e spirituale, con Swami Nirvanananda Saraswati, discepolo di Paramahansa Yogananda, che da decenni porta in tutto il mondo il potere trasformativo del canto devozionale come servizio di pace e sostegno alle opere caritative in India (per sostenere i suoi progetti umanitari e scoprire la profondità del suo servizio, è possibile visitare il sito ufficiale dell’Associazione Shanti Onlus Amici delle Missionarie della Carità – India: https://www.shantipuri.it/ e il sito di Swami Nirvanananda Saraswati: https://nirvanananda.it/).

La serata si è aperta con una intervista a Swami Nirvanananda, condotta dalla Co-Fondatrice dell’Associazione MEI LING ets, Barbara De Donatis. Un dialogo luminoso e profondo che ha permesso di introdurre la figura dello Swami, i suoi progetti umanitari, la sua missione spirituale e di far comprendere con chiarezza il significato dei canti e della pratica del Kirtan Yoga, condensando in poche semplici parole un insegnamento vasto e profondamente ispirante.

Prima ancora che le prime note iniziassero a vibrare nell’aria, nel gruppo si era già creata un’armonia sottile: un silenzio vivo, un ascolto reciproco, un senso di unità che preparava naturalmente all’incontro musicale e spirituale.

L’atmosfera era raccolta e vibrante: un cerchio di persone unite dall’intenzione di elevare il cuore e la mente attraverso la pratica del Kirtan Yoga, il canto collettivo dei mantra, vissuto nella sua forma più autentica. Durante la serata, Swami Nirvanananda ha accompagnato i canti alternando chitarra e harmonium, creando un tappeto sonoro caldo, avvolgente e profondamente devozionale.

Accanto a lui, anche il pubblico ha partecipato attivamente, alternando applausi ritmici, piccole percussioni e strumenti portati dai partecipanti ai momenti di silenzio contemplativo e meditativo, a seconda dei canti. Questa partecipazione collettiva ha trasformato la serata in un’unica onda vibrante, in cui ogni voce e ogni gesto contribuivano a creare un campo di gioia e presenza condivisa.

Grazie a questa atmosfera di unità e apertura del cuore, è stato anche possibile raccogliere fondi per sostenere le attività benefiche dello Swami, rendendo la serata non solo un’esperienza spirituale, ma anche un gesto concreto di servizio.

La voce e il sentiero dello Swami

La vita di Swami Nirvanananda è stata trasformata da un incontro semplice ma decisivo: un libro. Autobiografia di uno Yogi di Sri Paramahansa Yogananda arrivò nelle sue mani quasi per caso, ma fu quella lettura ad aprire in lui un varco luminoso, un richiamo interiore così forte da cambiare per sempre la direzione della sua esistenza. Da quel momento, la via del Kriya Yoga e il servizio devozionale divennero il suo cammino naturale, la rotta del suo cuore.

Per lui il canto non è solo arte, né soltanto preghiera: è il linguaggio con cui parla all’Assoluto, la forma più pura e diretta del suo amore per Dio. Il canto è il suo modo di offrire, di elevare, di guarire, di servire. È il modo in cui abbraccia il mondo intero.

Torre San Giovanni (LE), 14 novembre 2025 – Parco dei Principi Resort & SPA

“Dio crea tutto l’universo con un Suono Divino. E lo stesso Suono si manifesta nel silenzio del nostro cuore. Questo è il Suono dell’Amore che riempie tutto il nostro essere di una profonda Beatitudine, che inonda e spazza via ogni pensiero con la forza di uno Tsunami e la dolcezza di una carezza.

A questo Suono-Padrone ho legato la mia vita e del Signore Supremo – Creatore del Suono – mi sono fatto schiavo. In questo Oceano Cosmico mi sono immerso e poi annegando, ho gridato: ‘Ora non sono più, solo Lui, solo Lui’. Poi in tutto questo silenzio solo un soffio impercettibile ha sfiorato le mie labbra: Grazie, Signore.

Possa ogni creatura conoscere questa Gioia infinita e scoprire così lo scopo della propria Vita”.

Om Shanti, Swami Nirvanananda

Come ci ha raccontato nell’intervista introduttiva, per Swami Nirvanananda il canto è meditazione, preghiera, offerta, servizio. È il completamento naturale della pratica interiore, come ricordava Paramahansa Yogananda.

La sua biografia — profondamente legata al lignaggio del Kriya Yoga e all’insegnamento dei maestri indiani e occidentali — ha riportato alla mente che la devozione non divide: unisce oltre ogni cultura e religione.

Nel dialogo iniziale sono stati toccati temi profondi: il potere universale del canto, la pace che genera anche in chi non conosce la meditazione, la relazione tra spiritualità e servizio, ed un ricordo personale del nostro Maestro Choa Kok Sui, condiviso con grande delicatezza.

Il Kirtan Yoga e i canti che uniscono

Nel Kirtan Yoga della serata non c’è stata una semplice sequenza di brani: tutto si è intrecciato in un unico respiro, in un’unica onda, come se ogni canto fosse il riflesso di un aspetto diverso dell’anima.

Quando lo Swami ha intonato Io Sono l’Onda, «Io sono l’onda, rendimi mare», quella invocazione semplice e profonda ha subito aperto il cuore del gruppo. Non era solo un canto: era un invito a fluire, a lasciarsi trasformare, a sentirsi parte di un oceano più grande — un richiamo a riconoscersi non come individui separati, ma come un unico movimento dell’esistenza. In quel momento, si percepiva con chiarezza il messaggio profondo che tutti i Maestri indicano: essere parte del Tutto, uniti in armonia, pace e partecipazione.

Dal primo momento, il pubblico non era più spettatore ma parte viva del suono, accompagnando con percussioni, battiti di mani, sguardi colmi di presenza. E accanto alla semplicità profonda di quella melodia, il viaggio si è elevato verso un’altra dimensione: quella dei mantra che portano nelle loro sillabe il respiro dell’India antica. Il Gayatri Mantra, uno dei mantra più sacri della tradizione vedica, con la sua luce millenaria, si è intrecciato con la dolcezza di melodie accessibili a tutti: un ponte naturale tra l’umiltà del canto popolare e la profondità dei Veda. Swami lo propone in una versione melodica intensa, che apre il cuore e porta luce nella mente. È un richiamo alla saggezza interiore, alla forza che illumina la nostra coscienza. Era come vedere il Sole — Surya — sorgere dentro ognuno di noi.

Poi è arrivato Ganesha Sharanam, e lì l’energia ha cambiato forma. Non era solo il significato del mantra a muovere i presenti: era la sua forza ritmica, impossibile da contenere. Ganesha, nella sua potenza benevola, smuove ciò che è fermo, apre passaggi, scioglie blocchi, e quella vibrazione si è manifestata nei corpi: un’onda di partecipazione irrefrenabile.

Con Hare Krishna, la sala è entrata in un’altra dimensione ancora: quella della celebrazione. Le molteplici e poliedriche sfaccettature di Shri Krishna—il suo gioco divino, la sua grazia, il suo insegnamento simbolico—hanno toccato ciascuno in modo diverso. In quel canto si percepiva l’anelito dell’anima individuale a ricongiungersi all’Assoluto, e al tempo stesso una gioia semplice, spontanea, quasi infantile.

I canti alla Madre Divina hanno portato un’altra qualità: una dolcezza che accoglie e una forza che sostiene, come due aspetti inseparabili della stessa Presenza. Melodie che sembravano carezze, capaci di sciogliere tensioni interiori, si intrecciavano con note più profonde, archetipiche, che evocavano la potenza della Shakti, la Madre che guida, protegge e consola.

In questo passaggio, la sala si è fatta silenziosa, colma di un ascolto intenso: un silenzio non vuoto, ma vivo, palpabile, denso, quasi luminoso. Erano canti che conducevano naturalmente dalla tenerezza alla forza, dalla devozione alla commozione, aprendo uno spazio in cui ciascuno poteva riconnettersi al proprio cuore e alla propria radice spirituale.

E come un cerchio che si chiude in un abbraccio, i canti dedicati a San Francesco hanno unito Oriente e Occidente, spiritualità indiana e radici cristiane, mantra e lodi popolari. Una voce antica che parla la lingua della semplicità e della gratitudine.

Tutto questo non era una successione di brani, ma un unico tessuto: canti popolari e mantra millenari, ritmo e contemplazione, movimento e quiete. Un intreccio vivo, che ha portato tutti noi in uno spazio di unità.

Con profonda gratitudine, riconosciamo a Swami Nirvanananda la bellezza, la presenza e la guida che hanno reso possibile questa serata, organizzata con amore dall’Associazione MEI LING ets.

Sostieni il lavoro di Swami Nirvanananda

https://www.shantipuri.it/

L’Associazione MEI LING ets è onorata di contribuire e sostenere la missione di Swami Nirvanananda nei suoi due principali progetti umanitari: quello a Puri, in India, a sostegno dei bambini e delle famiglie dei lebbrosi, e quello in Ladakh, dedicato ai bambini tibetani e all’accesso scolastico — in particolare per le ragazze — in una delle regioni più remote e fragili dell’Himalaya. Il lavoro dello Swami sostiene direttamente bambini e famiglie, offrendo alloggi, istruzione, assistenza medica e molto altro.

Visitando il sito dell’Associazione Shanti Onlus Amici delle Missionarie della Carità-India ne rimarrete ispirati e profondamente toccati.

La nostra associazione ha scelto di adottare a distanza 11 bambini, un gesto concreto di amore e responsabilità verso chi ha più bisogno.

Chi desidera contribuire può farlo in due modi:

  1. Adottare un bambino a distanza – con un piccolo contributo annuale (a partire da 100€ all’anno), sostenendo direttamente il percorso di vita e istruzione. Tutte le informazioni al sito: https://www.shantipuri.it/donazioni.html

  2. Effettuare una donazione generale libera – per supportare i progetti umanitari in corso.

Ogni gesto di generosità diventa parte del canto, parte della cura, parte del servizio che lo Swami porta nel mondo.
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Scatti di Barbara Viale.
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